Un esempio dentro e ora fuori dal campo. Il quarantacinquenne Mauro Briano, ex calciatore dai natali carmagnolesi, ha vissuto l’adolescenza nella” sua” borgata: San Bernardo. Poi i primi calci nell’allora Carmagnolese, ora Csf Carmagnola, e la sua crescita a livello professionistico, debuttando in Serie A a San Siro contro il Milan. Insomma, il sogno di ogni bambino che aspira a diventare giocatore. Ora Briano è collaboratore tecnico al Chievo Verona in Serie B. Un tempo fu anche navigato centrocampista nelle fila della cadetteria, quella Serie B in cui ha militato per numerose squadre,come la Reggina da regista e la Triestina da capitano, lo ritroviamo galvanizzato da un forte spirito di concentrazione e senso di rispetto nei confronti proprio di quella Serie B, per cui inevitabilmente si sente debitore per tutte le emozioni che gli ha regalato. Mauro ha vissuto anche tre stagioni al Bra (dal 2011 al 2014), compiendo ancora una scalata storica dal dilettantismo dell’Eccellenza alla Se-
rie D, sino alla Lega Pro Seconda Divisione (Serie C 2). L’ex atleta è sposato con Nina e ha un figlio di 4 anni e mezzo, Noè e vive con loro a San Michele di Bra. Ma attualmente gli impegni di campo e del centro sportivo veneto di Novarello,tra Lazise e Bardolino, lo terranno un po’ lontano dalla famiglia che, comunque, raggiunge periodicamente in Piemonte a sessioni di allenamenti e partite di Serie B chiuse. Il club lo ospita in uno spazio abitativo presso lo stesso funziona le centro sportivo, a due passi dai campi di allenamento. Il Chievo Verona di mister Marcolini si presenta per lui come un banco di prova che fa seguito alle sue prime esperienze di vice allenatore negli Allievi Lega Pro della Juventus, poi allenatore della Berretti del Cuneo Calcio. Possiede poi un patentino Uefa B da allenatore e sta conseguendo il corso per ottenere il Uefa A e ancor dopo il Master Pro per poter allenare i professionisti.
Seppur in forza da poco, che tipo di rapporto ha instaurato con la tifoseria, il presidente Campedelli e l’intera squadra? “Premetto che il Chievo è reduce da una situazione un po’ complessa, ragion per cui bisogna assumere un basso profilo. La considero una stagione calcistica di ripartenza, il cosiddetto anno zero. L’ambiente societario e lo spogliatoio sono forse un po’ depressi per la retrocessione dalla Serie A, dopo 16 anni”.
La Serie B 2019/20 è quasi da considerarsi un campionato A 2, date le squadre gloriose che vi militano quest’anno. Quale traguardo crede possa raggiungere quest’anno la selezione? “Concordo pienamente sul fatto che il campionato sia di livello, per il quale tutte le squadre si sono molto attrezzate e non avrebbero nulla da invidiare con l’attuale Serie A. E mai come in questo caso la parola equilibrio fa davvero la differenza. Il Chievo vanta ancora in rosa nomi come il giovane Vignato, Giaccherini, Meggiorini e Obi, giocatori che possono fare la differenza , ma che fino all’ultimo, durante la sessione del calciomercato estivo, sembravano destinati ad andar via. In generale si parte da una buona base che punta sui giovani. Sarà un campionato in cui le favorite saranno Perugia, Empoli e Benevento. Per quanto riguarda noi non voglio sbilanciarmi in pronostici”.
Alcuni campioni del Mondo in panchina come Oddo al Perugia, Inzaghi al Benevento e Nesta al Frosinone.
“Le società si affidano a nomi di fama, ma poi l’importante, al di là di questi, è il fare il meglio possibile in casa propria”.
Quali sono le giornate tipo di allenamento a Veronello? “ In questo periodo i giocatori devono raggiungere il centro fra le 10 e le 10.30. Sono orari tassativi e chi sgarra anche solo di qualche minuto viene multato dalla società! Qui vigono ordine e disciplina, ma sotto quest’aspetto sono rimasto piacevolmente stupito dall’applicazione, dell’educazione e dalla serietà dei ragazzi. Per noi dello staff ritrovo alle 8. Gli ultimi allenamenti sono stati molto intensi col pallone, con accorgimenti sulla difesa e lavoro fisico con il preparatore. Al termine della seduta avviene il nostro briefing per le eventuali osservazioni tecniche, anche su quanto ripreso ogni giorno dalle telecamere fisse nei campi. Poi il pranzo e le eventuali sedute terapiche per gli affaticati”.