Festeggiato a Carmagnola il 103° compleanno, tra auguri, omaggi e gesti di riconoscenza: “Alutto è un esempio di vita”
Classe 1916, originario di Barbaresco, reduce di Russia in forza alla Divisione Cuneeense, capogruppo degli Alpini di Carmagnola e in testa l’immancabile berretto con la penna nera. Questa la carta d’identità di Giovanni Alutto, un personaggio che ha davvero fatto la storia, riuscendo a scampare al massacro della Guerra. Un uomo che ha dato e continua a dare tanto, nonostante la sua veneranda età. Così Carmagnola ha deciso di festeggiarlo, all’indomani dei suoi 103 anni, dedicandogli l’intera giornata del 17 novembre, con un carico di appuntamenti.
Ad aprire i festeggiamenti, la Santa Messa in Collegiata Santi Pietro e Paolo, cui ha preso parte anche il Presidente Alberto Cirio. Dopo la Messa, il corteo per le vie della Città, con il Corpo Musicale di Barbania, e l’arrivo al Salone degli Antichi Bastioni per gli interventi e gli auguri istituzionali e il concerto a cura del Coro Arco Alpino dell’Ana di Chieri, diretto dalla Maestra Roberta Tringali.
Ha commentato il sindaco Ivana Gaveglio: “Giovanni Alutto gioca un ruolo centrale per la nostra società, come persona, ma anche come alpino. Perché essere alpino non è solo una parentesi della vita. E Giovanni ne è la prova: porta alto il ricordo e il valore di chi è stato meno fortunato, di chi non ce l’ha fatta; porta tra di noi un sentimento di fratellanza”.
Commovente il ricordo del capogruppo degli Alpini di Candiolo Stefano Dalmasso, che ha raccontato come Giovanni Alutto rappresenti un esempio da stimare e come abbia incoraggiato, col suo spirito solidale, figure quali il Colonnello Giovanni Pezzo, donandogli un portafortuna, una monetina di quando era reduce in Russia, per le sue missioni in Afghanistan e in Iraq. Una monetina che il Colonnello ha promesso di restituire, al suo ritorno.
Presenti ai festeggiamenti, tra gli altri, i sindaci di Barbaresco e Feisoglio, il Comandante del 2° Reggimento Alpini Marcello Orsi e l’onorevole Monica Ciaburro, che ha portato il saluto della Camera dei Deputati.
“Giovanni Alutto è un orgoglio per noi e per la patria – ha riferito Monica Ciaburro -. È un esempio di fatica, sacrificio e impegno, come tutta la sua generazione, che ha combattuto e creduto, con impeto e ardimento, senza mai perdere la speranza. Giovanni è quindi testimone di ciò che è stato e di come bisogna comportarsi nei momenti difficili. Perché da tutto ci si può sollevare, ma bisogna crederci, volerlo e impegnarsi”. E ancora, rivolgendosi all’alpino: “La testimonianza di Giovanni è fondamentale: dona speranza alla comunità, un futuro per la nostra patria”.
Terminati gli auguri e il concerto, l’ultracentenario ha ricevuto numerosi omaggi, tra cui il volume sugli ultimi dieci anni dell’ANA, con gli auguri del presidente Sebastiano Favero, e il piccolo “trofeo” con sopra riprodotto il cappello degli Alpini.
Omaggi che Giovanni Alutto ha accettato con piacere, rispondendo con un sorriso e forse ripensando ai vecchi tempi, alla sua storia. Era il 1916 quando venne messo al mondo, il 1942 quando poco più che ventenne partì dalla stazione di Borgo Gesso per la guerra. Oggi, come dice il detto, “è passato un secolo” da allora. Ma Giovanni Alutto è ancora qui, a Carmagnola. In cuor suo sa che la memoria deve essere portata avanti. Per questo, non ha intenzione di mollare. Non ora.