E’ iniziato un nuovo anno, e come sempre, si inizia con nuovi propositi e buone intenzioni. Lo abbiamo visto in queste settimane: fior di politici, anche nostrani, si sono prodigati in un sacco di promesse e di certezze per il nuovo anno. Fatto sta, che come diceva il filosofo americano Emerson “Le tue azioni parlano così forte che non riesco a sentire quello che dici”.
E così il 2020 è iniziato non proprio nel migliore dei modi. I “Venti di guerra” tra gli Stati Uniti e L’Iran. Nessuno dei due vuole una vera e propria guerra, ma con l’uccisione del generale Soleimani entrambe le nazioni si sono assunte il rischio che si arrivi comunque ad uno scontro armato. Uno scontro che interesserebbe tutta l’area medio orientale, spingendosi fino ai confini della nostra Europa. Infatti anche in Libia ormai è scontro aperto. Una situazione internazionale difficile e tesa che potrebbe aggravarsi da un momento all’altro.
Anche in Italia il 2020 è iniziato con tanti buoni propositi ma con poche certezze. Oggi quello che assilla i giornali e i social sono le vicende della crisi dei Cinquestelle, le prossime elezioni in Emilia Romagna e Calabria, l’andamento delle borse condizionato dalle conseguenze del prezzo dell’oro nero che tanto serve all’occidente, la vicenda del possibile processo a Salvini, gli arresti di politici eccellenti a Torino per aver pagato la criminalità organizzata in cambio di voti. Insomma un inizio anno in cui non ci siamo fatti mancare nulla.
Anche a Carmagnola tanti buoni propositi per il 2020, ma a quanto pare sembra resteranno solo buoni propositi, come sembra leggendo i dati del bilancio. Ma è comunque consuetudine promettere e poi vedere come va, anche perchè bisogna ricordarsi che si è entrati in campagna elettorale, quella che porterà ad inizio 2021 alle elezioni del nuovo sindaco.
La nuova tangenziale di Carmagnola per risolvere lo storico problema della viabilità in città, lo stop al progetto dell’ospedale unico dell’ASLTO5 alla ricerca di un nuovo sito in cui costruirlo, i nuovi 700 parcheggi a pagamento che dovrebbero sorgere a breve nel centro storico di Carmagnola, la destinazione dei 688.338 euro che si sono ricavati vendendo lo storico macello, le tensioni all’interno del palazzo comunale tra dipendenti e amministratori, la pressione di Fratelli d’Italia per avere un loro assessore, la difficoltà dei giovani carmagnolesi nel trovare un lavoro, la poca consistenza dell’opposizione che stenta ancora a trovare una nuova classe politica. Queste le grane che attanagliano l’amministrazione Gaveglio e la città intera in questo 2020 che non si presenta assolutamente facile.
E per un sindaco, che sicuramente si ricandiderà tra un anno alla guida della città e del centro destra carmagnolese, non è per nulla facile amministrare questo periodo. In fondo i carmagnolesi si sono stancati di sentire tante promesse ma che poi non si concretizzano o che comunque sono lontane a venire.
Non basta più, o comunque non a tutti basta più, rifare le strisce per terra o asfaltare le strade. Non basta più solo essere sempre presenti. Occorre abbandonare le parole per passare ai fatti in quanto sono quelli che servono ai cittadini. Ma come spesso accade occorre avere la volontà di farlo e non sempre le azioni “profonde” piacciono ai cittadini.
Lasciatemi chiudere il mio primo editoriale del 2020 con un triste ricordo. L’8 gennaio un bambino di 14 anni della Costa d’Avorio, spinto dalla disperazione e dal sogno di una libertà e dalla voglia di un nuova speranza, ha deciso di prendere un aereo per tentare la fuga e per darsi la possibilità di una vita nuova. Ma per fare questo non è entrato dalla passerella dopo il check in ma dall’unico posto che è riuscito a trovare per entrare senza biglietto, dal carrello dell’aereo. E la sua voglia di libertà lo ha portato fino a Parigi, ma quando l’aereo è atterrato lui ha continuato il suo volo in cielo.
Ma nel mondo occidentalizzato, il nostro mondo, non c’è pietà neppure per un bambino. Infatti l’Air France nel dare la notizia, ha semplicemente detto: “Air France segnala il ritrovamento di un corpo assiderato di circa dieci anni in fondo al carrello del Boeing 777 che durante la notte aveva viaggiato dalla capitale della Costa d’Avorio fino a Parigi”. Un esempio di come la disperazioni possa spingere ad azioni concrete e non esistono “divieti” o “frontiere” per fermare chi è disperato. Ma anche di come il cuore di molti di coloro che vivono nei “paesi sviluppati” si è indurito anche di fronte alla morte. Si chiamava Laurent Ani ed è morto per congelamento, già perchè Anì non sapeva che in quel piccolo vano del carrello del Boeing che lo avrebbe portato a Parigi le temperature scendono fino a -50° e non bastava la sua piccola maglietta a proteggerlo. Non è bastata la voglia di un mondo nuovo alla ricerca del sogno della libertà. Riposa in pace piccolo Ani, e scusaci di tutto.