Lorenzo Piana racconta i suoi trent’anni da Re
Era il 1991 quando Lorenzo Piana faceva la sua prima apparizione in pubblico come Re Peperone, tradizionale maschera folcloristica carmagnolese, al fianco di Adriana Rattalino, la Bela Povronera. “Ho cominciato a sfilare da giovanissimo, a 25-26 anni – racconta -. A 35, la Pro Loco, con alla guida Roberto Tosi, mi ha scelto per vestire i panni di Re Peperone, in occasione del Palio della Giostra dei Delfini. Inizialmente, non sapevo se accettare o meno l’incarico. Temevo fosse troppo gravoso, tra sfilate di Carnevale, sagre e uscite annuali. Poi, passati alcuni mesi, ho preso una decisione: avrei indossato il famoso costume del Re”.
Oggi, a distanza di quasi trent’anni, quel Re è pronto, ancora una volta, a dare sfoggio dei suoi abiti, rinnovati, ma pur sempre uguali nello stile. “Il costume non è mai cambiato, a parte il colore del mantello, che è passato da amaranto a rosso” – spiega Lorenzo.
Diversa è invece, almeno in parte, la maschera. “I primi Re erano stravaganti. Indossavano una parrucca di folti capelli ricci e avevano una lunga barba. Io non volevo apparire così. Perciò, ho deciso di spogliarmi di qualsiasi artificio, di eliminare sia parrucca, sia barba”.
Una decisione che, però, non ha influito sul significato della maschera e sulla sua storicità, ancora viva nei pensieri di Lorenzo. “Tutto è cominciato nel 1952, con la prima Sagra del Peperone. È stato il fumettista carmagnolese Sebastiano Craveri a dare lustro alla maschera, coadiuvato dalla regina Tomatica, Elena Monticone, e dal principe azzurro, Pio Bertalmia. L’esperimento, tuttavia, non ha avuto vita lunga. È durato solo un anno, per poi ritornare in auge nel 1982, grazie ad Adriano Berardi, all’epoca presidente della Pro Loco, con la figura della Bela Povronera, maggiormente rappresentativa della Tomatica, per il paese . Da lì, si sono susseguiti circa 6-7 Re. Poi sono arrivato io”.
Una rivoluzione che ha portato il personaggio a crescere, a essere conosciuto, apprezzato, fino a ottenere, nel 2018, la certificazione ufficiale, con registrazione di nome e marchio al Ministero dello sviluppo economico, e l’inserimento nel Registro delle Maschere italiane. E le donne? Sono state cambiate una dopo l’altra, nel giro di poco. “Dal mio ingresso, ne ho contate 22” – sottolinea Lorenzo.
L’ultima è Karin Borga, in carica da ben quattro anni. “Karin e io siamo amici. Mi accompagna spesso nei miei appuntamenti a spasso per l’Italia, che dall’Epifania proseguono per tutto l’anno, non solo per il Carnevale”. Un impegno a cui Lorenzo, nonostante le difficoltà, non si tira indietro. “In tutto ho preso parte a circa 2000 uscite. Fare il giro dei paesi mi diverte e inorgoglisce. Ogni anno, infatti, stringo nuove collaborazioni, nuove amicizie”.
Risultato assolutamente dignitoso, riconfermato dall’ampia partecipazione all’investitura, la serata inaugurale del carnevale carmagnolese. “L’anno scorso c’erano 340 maschere e 74 paesi, a fronte di 180 inviti” – ricorda soddisfatto Lorenzo -. È la prova che la buona accoglienza, lo scambio di visite, l’aiuto reciproco ripaga sempre”.
A proposito del Carnevale, racconta: “È molto diverso. Quando ero bambino, i carri si costruivano a mano, con la cartapesta. Oggi non più: vengono assemblati con pezzi recuperati altrove”. Ma se le sfilate carnevalesche sono ormai alle porte, Lorenzo già pensa al futuro. “Sto progettando una mostra per documentare e celebrare i miei 30 anni da Re Peperone, con fotografie, ritagli di giornale, costumi, oggetti, filmati d’epoca e musiche” – rivela commosso -. Sono ricordi che mi porto dietro e che voglio condividere, organizzando una grande festa, nell’ambito della 71esima Fiera del Peperone”.
Infine, scorrendo le foto salvate sul telefono ironizza: “La gente mi ricorda soprattutto come Re Peperone, o meglio, come Re…Enzo. Trent’anni sono tanti. Ma il bello deve ancora venire”.
DI SEGUITO LA LETTERA SCRITTA DA RE PEPERONE AI CITTADINI:
Cari tutti,
Sembra ieri, invece, son passati trent’anni da quando è iniziata la mia avventura da Re Peperone. Ringrazio la Pro Loco, le maestranze comunali, le forze dell’ordine, coltivatori e associazioni varie, volontari, giornalisti e televisioni, che mi hanno sempre dato una grande carica, ma soprattutto la gente, per l’accoglienza e l’affetto ricevuti. Ringrazio inoltre mia moglie e i miei famigliari, che mi hanno sostenuto e accompagnato in questo mio impegnativo percorso di crescita, e la Bela Povronera, mia fedele compagna di sfilate e incontri. Trent’anni sono tanti, però, mi hanno permesso di conoscere maschere e personaggi storici di tutta Italia e instaurare con loro un bel legame di amicizia; di fondare due gruppi folcloristici tutti miei, prima “La Carmagnole”, nel 1999, e ora “La cucina alla corte di Re Peperone”; di vivere esperienze indimenticabili. Spero di continuare a sorridere e farvi sorridere, a portare allegria, non solo in occasione del Carnevale. Un saluto affettuoso
Re Peperone