Leggiamo per trovare le risposte o per porci le giuste domande? A questo interrogativo, ha provato a fornire una soluzione il carmagnolese, di origini siciliane, Daniele Nicastro, classe 1978, da alcuni anni impegnato a scrivere libri per bambini e ragazzi. Autore e ghost writer di una quarantina di testi, tra romanzi e racconti, Daniele ha sempre creduto nelle sue potenzialità, sin dalle scuole medie. È stata la passione a guidarlo, a far sì che il suo sogno di aspirante scrittore potesse trasformarsi in realtà. Oggi, Daniele dedica la maggior parte del suo tempo a elaborare storie, prima nella sua mente, per lunghi mesi, poi sulla carta; a incontrare ogni anno migliaia di studenti da tutta Italia. Empatico e affabile, è attivo sostenitore del confronto, necessario per crescere e migliorare nel lavoro, come nella vita. La sua dote? La semplicità, che traspare soprattutto nelle sue parole, dette o scritte, precise, al posto giusto e mai banali.
Daniele, parlaci di te. È vero che sei nato a Carmagnola, ma hai origini siciliane?
«Sì, sono nato e cresciuto a Carmagnola, ma i miei genitori arrivano dalla Sicilia. Pur essendo quindi piemontese, ho origini meridionali. Attualmente, invece, risiedo a Moretta, un piccolo paese della provincia di Cuneo, dove mi dedico, a tempo pieno, alla mia attività principale: la scrittura».
Quando hai capito che “da grande” avresti fatto lo scrittore?
«Ho iniziato a scrivere per diletto, da giovanissimo. In realtà, il mio percorso scolastico si è sempre discostato molto da quella che è la mia attuale occupazione. Dopo le scuole medie, infatti, ho frequentato l’istituto tecnico meccanico e, una volta diplomato, sono stato quasi subito scaraventato nel mondo del lavoro. Solo nel 2012, ho avuto la fortuna di scoprire un bando, promosso dal Dipartimento della Gioventù, per la selezione di nuovi talenti, fino ai 35 anni. Bando che poi mi ha permesso di approcciarmi a tutti gli effetti al mondo dell’editoria. Non ero ancora un autore, ma potevo già essere definito scrittore. Ero un ghost writer. È stato allora che ho capito che scrivere faceva per me e con fatica e determinazione ho fatto in modo da trasformare il mio interesse sopito per le storie in un lavoro. Ora sono felice del mio percorso, di essere un ghost writer, ma soprattutto, dal 2016-17, con la comparsa del mio nome in copertina, un autore».
Dalle tue prime pubblicazioni, cosa è cambiato?
«Negli anni, ho acquisito maggiore consapevolezza e sicurezza. Sono cresciuto, aprendomi al dialogo, al confronto, con gli scrittori, miei amici, con i giovani lettori, il mio pubblico di riferimento. Ho stretto rapporti con le scuole, con le biblioteche di tutta Italia, dal nord al sud. E ogni anno presento i miei libri a migliaia di studenti, bambini e ragazzi, dai 7 ai 15-16 anni. Una fascia d’età decisamente ampia, che racchiude in sé due filoni narrativi però molto diversi, per linguaggio e tipologie di storie».
Perché hai scelto proprio di “specializzarti” in questo tipo di letteratura?
«Ho scelto di scrivere libri per ragazzi perché la loro è un’età stupenda. È il periodo del cambiamento, delle novità, delle scoperte. E lo scrittore, dal canto suo, ha il difficile compito di invitare i giovani a riflettere sulle situazioni, a porsi delle domande, che troveranno poi spiegazione nel mondo reale, nella vita di tutti i giorni. Il libro deve quindi essere fonte di nuovi stimoli, deve incuriosire».
Quali difficoltà ci sono nello scrivere un libro per gli adulti di domani?
«A seconda del pubblico cui lo scritto in questione intende rivolgersi, è necessario modulare registro, scegliere accuratamente le parole da utilizzare, la tipologia di storia da sviluppare, il suo livello di complessità. Di solito, non ho preferenza di genere: passo dal racconto comico-fantastico, al romanzo d’avventura, piuttosto che realistico sociale».
In merito ai generi, quali sono, invece, le tematiche che tratti più volentieri?
«Accanto alle storie di pura invenzione, nutro un particolare interesse per i problemi sociali, legati all’attualità. La mia sfida è proprio tentare di avvicinare i ragazzi dai 13 ai 15-16 anni ad argomenti complessi, come la mafia, lo stalking, nella maniera più semplice possibile».
E le tue fonti d’ispirazione?
«Le mie fonti d’ispirazione sono diverse. A volte, traggo spunto dai miei trascorsi, da situazioni vissute in prima persona. Diversamente, mi lascio guidare dall’istinto, da ciò che vedo, sento o leggo, da ciò che è strano, ambiguo, da fatti storici, che poi rielaboro, semplifico e arricchisco di emozioni».
Scrittori preferiti?
«Bella domanda. Più che di scrittori, parlerei di libri, quelli che ho letto durante l’infanzia e che tutt’oggi sfoglio ancora volentieri. Faccio riferimento ai libri di Michael Ende, Roald Dahl, Lemony Snicket. Quest’ultimo, in particolare, ha influito più di ogni altro sulla mia concezione di libri per ragazzi, con “Una serie di sfortunati eventi”. Ma anche Patrick Ness con “Sette minuti dopo la mezzanotte”, che mi ha insegnato come effettivamente va scritto un romanzo di formazione».
Qualche nome del panorama italiano vicino a te?
«Tra gli italiani, apprezzo Davide Morosinotto, che ricorda molto Mark Twain e il suo modo di scrivere, Manlio Castagna, Christian Antonini, specializzato in libri storici per ragazzi. Sono tutti scrittori che conosco bene, perché fanno parte, insieme a me, di un collettivo chiamato “Book on a Tree”, fondato da Pierdomenico Baccalario, altro importante autore italiano.
Come definiresti il tuo rapporto con i lettori?
«Bellissimo. I ragazzi leggono molto volentieri i miei scritti e altrettanto volentieri intervengono durante i nostri incontri letterari, condividendo commenti, curiosità. Spesso il tempo concessoci – più o meno un’ora e mezza – è insufficiente per rispondere a tutti i quesiti. Così il dialogo si sposta su internet, sui social, per un confronto diretto, per uno scambio reciproco di consigli».
Quanti libri hai all’attivo?
«Almeno una quarantina, tra quelli pubblicati a mio nome e quelli scritti nel ruolo di ghost writer. Ho collaborato e collaboro con piccole, medie e grandi realtà editoriali. Mi definisco un freelance».
Il romanzo o racconto cui sei più legato?
«Difficile dirlo. In ogni libro che ho scritto o che mi è stato commissionato c’è un qualcosa di mio. Uno dei romanzi che più mi rappresenta è “Grande”, pubblicato da Einaudi Ragazzi, nel 2017. È un romanzo di formazione, ambientato in Sicilia, che parla del problema della mafia. È il mio ritorno alle origini».
Qual è la soddisfazione più grande del tuo lavoro?
«Sapere che i miei libri sono il mezzo di un confronto attivo, di una lettura che da azione individuale diventa collettiva, permettendo la crescita del singolo e, al contempo, del gruppo dei pari».
Attività, progetti futuri?
«Per il futuro, ho in programma molti altri incontri letterari con le scuole. Purtroppo, però, ho dovuto rimandarne alcuni, viste le recenti problematiche legate all’emergenza “Coronavirus”. Tra questi, l’appuntamento di “Adotta uno scrittore”, a Biella, e il Nautilus, alla Premiata Libreria Marconi di Bra, ai primi di marzo, per discutere di “Grande”, insieme ai ragazzi delle scuole medie. Spero di rimediare al più presto».
Un consiglio a chi si approccia alla lettura e/o alla scrittura per la prima volta?
«Il mio consiglio è non smettere mai di informarsi. Leggere, leggere molto e di tutto è il segreto. Non si diventa bravi scrittori se prima non si è stati buoni lettori».
BIOGRAFIA IN PILLOLE
Daniele Nicastro è nato a Carmagnola nel 1978 e attualmente vive a Moretta, un piccolo paese della provincia di Cuneo, dove scrive a tempo pieno libri per ragazzi. Ha cominciato nel 2011 con un racconto fantastico. Da allora si è cimentato nei generi più diversi, dal romanzo d’avventura al racconto comico, ma sempre con una particolare attenzione ai temi della crescita che più interessano i ragazzi. Con le scuole e le biblioteche svolge incontri di promozione alla lettura e laboratori di scrittura creativa. Collabora da anni come ghost writer con le maggiori case editrici italiane. Ha scritto Grande, vincitore del Premio Letterario Legenda Junior, Khalifa, un immigrato da medaglia, Stalker e alcuni titoli della collana “Campioni”. L’ultimo suo libro, di recente pubblicazione, è “Il furto del secolo”, edito da Einaudi Ragazzi.