Il coronavirus ha stravolto le nostre vite, costringendoci a rinunce e limitazioni della libertà personale, spesso difficili da sopportare. Anche a Carmagnola, il peso di una quotidianità “rivisitata” si è fatta sentire. E mentre la maggior parte di noi ha continuato a fare il suo lavoro, magari in modo diverso, c’è chi, spinto all’isolamento domestico, ha riscoperto hobby, passioni stravaganti o semplicemente affinato la propria arte, guardandola con occhi nuovi, con una nuova consapevolezza.
Abbiamo chiesto a quattro artiste e artigiane carmagnolesi di raccontarsi e raccontare le loro giornate, non più scandite dai ritmi frenetici dell’orologio, ma comunque cariche di ansia, preoccupazione e, soprattutto, incertezza per il futuro.
Rossana Panuello: “Disegno il virus per esorcizzare la paura”

Rossana Panuello, ex insegnante di educazione artistica e tecnica, è un’arredatrice d’interni, con la passione per la pittura e per l’arte in generale. Nelle ultime settimane, ha continuato a dipingere, provando a dare una sua strabiliante interpretazione del virus.
A proposito dell’emergenza in atto: “Non ho paura di vivere il presente, condividere l’angoscia, cadere vittima di questo invisibile assassino. Temo però che tutto questo possa essere accantonato in un cassetto, dimostrandoci ancora una volta come la nostra supponenza davanti alla natura ci faccia dimenticare la fragilità del nostro vivere” – spiega Rossana.
Su come è nata l’idea di trasformare il virus in un soggetto artistico: “Una sera, sconfortata nell’ascoltare i dati sulle vittime della giornata, ho sentito un impulso dal profondo del mio cuore. Un impulso che ha generato una fremente necessità di cristallizzare questo mio stato d’animo. L’ho voluto rappresentare, questo mostro, in tutta la sua malvagità. Ma con mio grande stupore, man mano che gli davo forma e colore, mi rendevo conto che era tragicamente bello. La natura a volte può essere spietata anche in questo”.
Infine, in merito al significato delle sue creazioni, al limite dell’astrattismo: “Il mio auspicio è che le mie opere vengano intese da chi le osserva: come un atto di commemorazione di tutte le vittime; come un monito a non dimenticare l’angoscia che stiamo vivendo; come un qualcosa che possa ricordare che dopo il buio c’è sempre la luce”.
Mariarosa Gaude: “Dipingo la vita che si sveglia con la Primavera”

Mariarosa Gaude, artista conosciuta per le sue bellissime peonie ad acquerello e olio su tela, dipinge sin da giovanissima. La sua casa è la sua dimora, il suo piccolo atelier, il suo laboratorio personale. E proprio qui trascorre la maggior parte del suo tempo, a scrivere pensieri e disegnare sul suo diario, in modo da registrare i cambiamenti della natura, la bellezza che si nasconde negli angoli del cuore.
“È un periodo insolito questo, con un mix di malinconia e di gratitudine – afferma Mariarosa-. Solitamente, mi impongo un ritmo di cura della mia persona e di quanto mi circonda: casa, giardino… In tutto ciò, mi aiuta molto dipingere la vita che si sveglia con la primavera, vedere le lucertole che si fanno avanti, le foglie che spuntano sui rami della vecchia quercia nel campo sportivo, gli uccelli che cantano e preparano i nidi, il cielo limpido e le stelle, al calar della sera”.
Sull’emergenza coronavirus: “Mi proteggo come dicono gli esperti, seguo le regole che vengono consigliate. Intanto dipingo, dipingo, dipingo. E la gratitudine va ai colori della tavolozza che mi isolano per qualche ora aiutandomi a evadere”.
Giusi Maglione: “Sogno la primavera in attesa di tempi migliori”

Giusi Maglione, artista poliedrica e creativa. Le sue opere spaziano dalla pittura alla ceramica, alla moda e al restauro. Anche lei, come le precedenti artiste, non ha mai smesso di dipingere, soprattutto in questo periodo così cupo e triste.
“Non posso fare a meno di sognare la primavera e tutte le cose belle che ci attendono – scrive Giusi-. Nel frattempo, ho finalmente fatto quel quadro che volevo appendere sul muro del soggiorno, un bosco in cui predominano il verde e il marrone, con gli alberi che si riflettono sull’acqua. Ho quindi deciso di utilizzare quell’album da disegno che mi avevano regalato tempo fa. Cinquanta fogli…E, in attesa che torni il sereno, con un po’ di fantasia e di colore, spazio, con la mente, per prati incontaminati, disegnando una china al giorno. Non passo però tutta la giornata a dipingere perché, per quanto mi piaccia, sarebbe monotono, quindi mi invento altre attività. Amo anche l’arte del riciclo e, nelle ultime settimane, ho fatto un certo numero di mascherine per tutelarsi dal covid-19, utilizzando vecchie camicie e ritagli di tessuto che avevo in casa. Sempre con i vari tessuti, ho rifatto il guardaroba delle mie bambole e con le rimanenze di vecchi gomitoli di lana ho fatto una sciarpa”.
Giusi lancia poi un messaggio di speranza: “Siamo ottimisti, ma con il cuore siamo vicini a chi soffre. Auguri a tutti: usciremo presto da questo incubo”.
Laura Celeghini: “Il mio laboratorio è chiuso, ma io attendo di poter tornare al lavoro”

Laura Celeghini è un’artigiana: produce cornici su misura e gestisce, assieme alla madre Bruna, la Saletta d’Arte di via Valobra. Le direttive del governo l’hanno forzata, come tanti altri commercianti, a chiudere le serrande della sua attività, da oltre un mese. Tuttavia, Laura non si perde d’animo, augurandosi di tornare al più presto al lavoro.
“Ho un’attività considerata non essenziale alla collettività. Ma è necessaria per me. Per ora, resto a casa, faccio la spesa ogni 10 giorni, mi prendo cura del giardino e soprattutto mi godo marito, figlia e coniglio da compagnia” – dice Laura.
Ai suoi clienti e amici rivolge un invito: “Vi aspetto alla riapertura, tutti in salute e più forti che mai, con nuove idee per abbellire le vostre case e ripartire con grinta”.