Riportiamo, in occasione del 75° anniversario della Festa della Liberazione, la lettera firmata dal presidente dell’ANPI Carmagnola Federico Cano Correa.
Il 2020 ci ha riservato la più incredibile e tragica delle sorprese, una pandemia che pochi se non nessuno poteva immaginare ci saremmo trovati ad affrontare.
Nel giro di alcune settimane le vite di noi tutti sono state stravolte e abbiamo dovuto adottare radicali contromisure alla nostra quotidianità. Il distanziamento sociale, le mascherine, la quarantena.
Il nostro paese, tra i primi e più colpiti da questa emergenza sanitaria, è messo a dura prova ed è molto difficile immaginare “il dopo”. Questo scenario non concede sconti nemmeno alla celebrazione del 75° anniversario della Liberazione. Un numero importante, i 75 anni, che dovremo celebrare rimanendo nelle nostre abitazioni, dai nostri balconi e dalle nostre finestre.
Sarà strano certo, ma l’auspicio è che in tanti si ricordino di dedicare qualche minuto a chi, 75 anni fa ha combattuto ed è morto per lasciare a noi un mondo migliore dove vivere ed esprimerci. Dei ragazzi e delle ragazze che decisero di battersi nelle campagne e nelle montagne italiane per opporsi alle truppe nazi fasciste ne rimangono, ahimè, ben pochi.
Il nostro compito di memoria si fa sempre più arduo ma doveroso. In questi giorni si sentono molti giornali e politici paragonare l’emergenza sanitaria attuale ai conflitti passati, arrivando a dire che stiamo combattendo una nuova “resistenza” e che quando questo sarà finito ci sarà una nuova “liberazione”.
Secondo noi è un grave errore ed è una mancanza di rispetto in ambedue i lati. Quella di oggi non è una guerra. La guerra è un’invenzione autodistruttiva dell’uomo. Una pandemia fa parte della natura che ci ricorda.
È ben diverso. I medici, gli infermieri e tutti coloro che sono impegnati in prima linea meritano un rispetto “nuovo” e vanno ringraziati per quello che stanno compiendo OGGI, non nominati “nuovi partigiani”.
Questo parallelismo rischia di modificare la concezione di ciò che si ottenne 75 anni fa in maniera pericolosa e revisionista. La pandemia ha poi aperto gli occhi su una cosa che non era forse chiara a tutti: i nazionalismi singoli nulla possono contro un nemico come il virus. Solo la cooperazione e la solidarietà tra paesi e tra esseri umani può aiutarci a uscire da questa situazione, perché come il virus ha ampiamente dimostrato, non esistono confini che tengano.
Il 25 aprile è stato, è e rimarrà la Festa della Liberazione dal nazifascismo e la sua lezione rimane, oggi più che mai, attuale.
Dalla sezione ANPI carmagnolese “Martiri per la Libertà” va quindi il più sentito augurio di buona Festa della Liberazione a tutti i nostri concittadini e a tutti gli italiani.
