Prosegue la polemica da parte degli asili nido e delle scuole per l’infanzia privati di tutta Italia, anche a fronte delle ultime disposizioni arrivate dal Governo Conte, che hanno messo in ginocchio migliaia di operatori del settore (15 mila solo in Piemonte).
Sulla questione è intervenuto recentemente il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che, in un commento riportato sulla sua pagina Facebook, ha riconosciuto che quando il Governo “ha riaperto le attività lavorative si è dimenticato che le famiglie hanno dei bambini e che non tutti possono permettersi una baby sitter o contare sui nonni”.
Cirio ha quindi ricordato l’importanza degli asili nido e di tutte quelle attività ricreative organizzate da comuni, oratori e centri estivi, fondamentali per garantire ai genitori lavoratori “di avere la serenità di qualcuno che si prenda cura dei loro figli”.
“Abbiamo stanziato, come Regione, 15 milioni di euro per i bambini da 0-6 anni e 2 milioni per organizzare attività di supporto attraverso i comuni e gli oratori – spiega Cirio -. Inoltre, con la sperimentazione avviata in modo virtuoso con le scuole di Borgosesia puntiamo ad avere un modello operativo da poter estendere a tutto il territorio piemontese“.
Ludoteche a rischio chiusura
Ma la mobilitazione non sta coinvolgendo solo asili nido e scuole dell’infanzia. Sono, infatti, incluse nell’elenco delle attività che non possono riaprire nella cosiddetta fase 2 dell’emergenza covid le ludoteche italiane.
“Il nostro settore non vanta numeri esponenziali di occupati, ma di certo rappresenta tante realtà che negli ultimi anni sono diventate parte integrante e valore aggiunto del settore divertimento e servizi per l’Infanzia ” spiegano i rappresentanti del gruppo Parchi gioco e ludoteche d’Italia nella lettera inviata un mese fa a Regione Piemonte e Presidenza del Consiglio.
“Al momento non esiste una normativa specifica che possa tutelare la nostra categoria – proseguono – quindi, pur avendo subito di riflesso l’arresto delle attività, rischiamo di non riprendere l’erogazione dei nostri servizi, con gravi perdite economiche per gli operatori e disagi per le famiglie che si appoggiano alle nostre strutture .
Chiediamo pertanto maggiori garanzie , ma soprattutto aiuti concreti e immediati dal nostro paese per scongiurare la chiusura delle nostre attività”.
Carmagnola, le ludoteche non si arrendono
Una supplica, quella delle ludoteche italiane, che è stata condivisa anche dalle attività carmagnolesi.
“Mi sono fatta promotrice della mobilitazione lanciata dai gestori delle ludoteche piemontesi – spiega un’operatrice del territorio -. Ora come ora non è il momento di arrendersi, né di abbattersi. Da inizio emergenza, sto portando avanti la mia attività on line, pubblicando alcuni video per far sentire la mia vicinanza a bambini e genitori e continuerò a farlo. Spero di tornare presto alla normalità”.
Carmagnola, le rassicurazioni del sindaco
Intanto, dall’amministrazione comunale fanno sapere che quest’estate bambini e famiglie non saranno lasciati soli.
“Stiamo portando avanti il discorso dei centri estivi, per garantire nel breve tempo la riapertura in sicurezza di diverse sedi – spiega il sindaco in una video intervista rilasciata a Torino Web Tv il 20 maggio scorso -. La gente deve riabituarsi a poco a poco ad avere dei contatti, a ricominciare la sua routine quotidiana, senza ovviamente dimenticare le norme di sicurezza previste“.