Pian piano stiamo tornando alla normalità. Una normalità che si sta manifestando nella sua drammaticità. Infatti oltre ai lutti e ai problemi sanitari che vi sono stati nell’affrontare l’emergenza Coronavirus, stiamo pagando lo stop che abbiamo avuto durante il lockdown: diversi esercizi commerciali non hanno più riaperto, dipendenti lasciati a casa, cassa integrazione che non viene pagata, aziende che chiudono per tre mesi in attesa di nuovi ordini e commesse, studenti e insegnanti che non hanno ancora capito come riusciranno a garantire la ripresa delle lezioni a settembre.
Anche il Governo ha difficoltà a gestire questa situazione e spera in aiuti di ogni tipo da altri enti, come l’Unione Europea. Anche per noi di Carmagnola non è stato facile. Centinaia i nostri concittadini risultati positivi, diverse decine i deceduti, alcune case di riposo che hanno avuto grosse difficoltà, attività produttive chiuse o comunque in difficoltà.
Ritengo che la nostra città, come sempre è accaduto nella sua storia, abbia avuto un “fattore determinante” che le ha permesso o che le permette tuttora (visto che non è ancora finita) di superare questi momenti di difficoltà: la solidarietà. Infatti non si contano i gesti di generosità e di impegno personale che le istituzioni, le associazioni e i singoli cittadini hanno calato in campo per dare una mano ad affrontare questa emergenza, sia tramite aiuti economici che con la donazione del proprio tempo per aiutare chi più aveva bisogno.
Noi del Corriere di Carmagnola in questi mesi abbiamo dato conto di questa grande solidarietà che si è manifestata a Carmagnola: dall’impegno del sindaco e dei dipendenti comunali, ai medici e infermieri dell’ospedale, ai volontari della Caritas che si sono prodigati nel distribuire pacchi a chi era in difficoltà, ai volontari della Croce Rossa e della protezione civile che a disprezzo del pericolo hanno aiutato chi era contagiato.
Ma ormai sembra tutta “acqua passata” e, quasi a dire che ora si torna alla normalità, alla ribalta della cronaca è tornata la politica. O meglio: è iniziata la partita che ci porterà alle elezioni di primavera del prossimo anno per l’elezione del nuovo sindaco. Mai come quest’anno le mosse sono iniziate così presto e mai sono incominciate in modo così eclatante. Ci ha pensato Alessandro Cammarata e con lui tre consiglieri comunali a fare la prima mossa. Infatti l’ex segretario cittadino di Forza Italia, insieme ai consiglieri Gerbino, Tuninetti ed Albani hanno abbandonato all’improvviso il partito con cui sono stati eletti (Forza Italia) per entrare in Fratelli d’Italia e formare un nuovo gruppo consigliare.
Era un po’ di tempo che Fratelli d’Italia spingeva per avere in Giunta una rappresentanza e ci ha pensato l’Assessore Cammarata a togliere dall’impasse il sindaco di fronte a questa legittima richiesta. Ad essere sacrificato è stato Mario Scaglione, storico esponente della destra carmagnolese. Nulla è cambiato nei vertici di comando del municipio, ma qualcosa si è comunque rotto. Si è rotta la fiducia con gli storici esponenti del partito della Meloni che erano attivi anche quando il partito navigava al 3% e non hanno mai mollato il loro impegno. Si è rotta la fiducia con Forza Italia: la sezione cittadina ha dato un contributo fondamentale nel 2016 all’elezione del sindaco Gaveglio, dell’assessore e dei tre consiglieri. Ora che viaggia attorno al 7-8% sicuramente è meno appetibile. Ma quanto inciderà questo sulla “stabilità” dell’alleanza di centro destra a Carmagnola, visto che sia Fratelli d’Italia sia la Lega hanno dichiarato ufficialmente che il loro candidato per il 2021 non può che essere Ivana Gaveglio?
Anche Forza Italia sarà in sintonia con questa “scontata” Gaveglio bis, oppure presenteranno un loro candidato insieme a coloro che non hanno digerito la mossa di Cammarata e dei tre consiglieri? Vedremo, la partita a scacchi è appena iniziata. Ma questo è solo uno dei due schieramenti.
L’altro, il centro sinistra e il Movimento Cinque Stelle come si muoveranno su questo scacchiere? Il centro sinistra è alle prese con un “rinnovamento generazionale” e si deve ancora riprendere dalla bruciante sconfitta di quattro anni fa. Sibona e Gamna non possono continuare a “tenere in piedi” un centro sinistra che mai come oggi ha bisogno di rinnovamento e novità. E Tosco e Quaranta devono cercare di “tornare” a parlare con la gente, cercando di far capire alla base del centro sinistra che non esiste solo il mondo delle associazioni e del volontariato. Occorre andare a parlare al cuore della gente “normale” che ha bisogno di una proposta chiara e concreta. Occorre ritrovare lo spirito che ha cambiato il centro sinistra nel 1995, quando Angelo Elia venne eletto per la prima volta sindaco: l’impegno per un mondo nuovo passa anche per la dedizione all’impegno politico che ha lo stesso valore del volontariato. Basta riflettere, occorre agire.
Ma se il centro sinistra deve recuperare lo spirito guida e procedere con un inevitabile ricambio generazionale, anche il Movimento Cinque Stelle carmagnolese è alle prese con problemi simili. Se, come ha già dichiarato, Sergio Grosso lascerà la politica, occorre che Mastrototaro insieme ai militanti grillini ritrovino quella voglia di poter proporre ai carmagnolesi un nuovo programma e un nuovo “stimolo” che li convinca. Insomma, è tutto in divenire, ma la prima mossa sulla scacchiera politica carmagnolese è stata fatta. Vediamo le mosse successive e, credetemi, ne vedremo delle belle.