“Linea giovane e di qualità – Obiettivo playoff? Possibile, ma non ci prefissiamo limiti”
CARMAGNOLA – Ci caliamo nella realtà della società di calcio che milita in Promozione del Csf Carmagnola che, dopo il lockdown, ha ricominciato gli allenamenti da fine agosto per una nuova stagione 2020-2021. Con un giovane neopresidente: Alessio Russo, 40 anni, a “rinverdire” la società, con la scelta di uno staff professionale e di qualità. A partire dagli allenatori, sino all’intero organigramma societario. Insomma, un rinnovamento giovane e ambizioso che vorrà portare risultati, dalla scuola calcio alla Prima squadra.
Quali sono le sue aspettative per la stagione presidente? “A livello di scuola calcio vogliamo continuare a crescere attraverso un percorso intrapreso insieme ad allenatori e a un personale preparati, tutti molto giovani. Quest’ anno con la presenza di Giulio Serratore, vantiamo un elemento molto in gamba dal punto di vista organizzativo. Nella sede unica di via Roma abbiamo anche delegato a Giuseppe Anzelmo, altra valida figura, tutto l’aspetto legato alla segreteria, Cristiano Sabre è invece la persona avente funzione di tutto ciò che riguarda la comunicazione giornalistica e i media. Stiamo quindi cercando di maturare sotto tutti i punti di vista. Per il settore giovanile, ribadisco, stiamo cercando di maturare, a prescindere dal fatto che si giochi i campionati regionali o provinciali: l’obiettivo principale è di formare dei ragazzi che a 16/17 anni facciano parte e inizino a calcare con orgoglio i campi della Prima squadra.Vincere deve essere la somma di vari fattori, deve essere un risultato cui dobbiamo ottemperare sotto l’aspetto educativo, tecnico, gestionale – organizzativo”.
Succede al presidente Bartolo Camisassa, quale dedica vuole rivolgerle,dato che non vi è ancora stata l’occasione? “Sicuramente Camisassa, insieme a Bianco e Maracich, in tanti anni di gestione hanno fatto molti sacrifici per mantenere la categoria della Promozione e disputare dei campioni all’altezza del blasone di Carmagnola. Nella maggior parte dei casi si sono classificati con la squadra anche nelle zone di vertice, accedendo ai playoff e sfiorando l’Eccellenza. Ho ereditato senza dubbio da loro una società sana, con una buona struttura. Negli anni queste buone fondamenta dovranno diventare però ottime”.
Cosa si porta dietro a livello esperienziale, dato che prima fu calciatore, poi elemento societario e ora presidente e allenatore in seconda della Prima squadra? “Sono un presidente ‘atipico’, perché non mi ritengo ‘da scrivania’, ma amo stare sul campo con i ragazzi. Ovviamente sarà solo un discorso transitorio, perchè è naturale che presto mi dovrò dedicare unicamente al nuovo ruolo affidatomi. Prima della mia nomina a presidente, decisa un po’a sorpresa, avevamo comunque già definito in linea generale tutta la sfera organizzativa. Ho ancora voluto quest’anno collaborare con il mister Sandro Contieri, come suo allenatore in seconda. Essendo laureato in Scienze Motorie, non nego anche che la mia vita sia molto finalizzata a vivere le esperienze sul rettangolo verde di gioco, ma mi toccherà tra breve l’impegno di gestore societario. Nel periodo dell’emergenza Covid non abbiamo trovato altre figure alternative che rappresentassero la presidenza, ma abbiamo seguito una continuità, anche per merito della crescita della Prima squadra da dicembre e delle buone basi di un programma studiato per il settore giovanile. Io per un tempo sono stato responsabile della scuola calcio e del settore giovanile, conosco molto questo mondo. Sandro è stato confermato allenatore per lo stesso motivo, perché formatosi nella stessa società, partendo dal settore giovanile e conosce alla perfezione tutti i ragazzi. È molto più facile per lui e per me poter far crescere ragazzi, di cui conosciamo le caratteristiche positive e negative. Abbiamo infatti una visione ampia di tutti, poi è chiaro che sei stato calciatore e hai avuto esperienze anche in altre società sei agevolato nelle decisioni, nei compiti e nei lavori correttivi”.
La Prima squadra punterà su una ‘linea verde’, una rosa molto giovane con un’età media invidiabile intorno ai 23 anni e su Contieri come allenatore, che ha impressionato molto nel periodo pre-lockdown. Cosa si aspetta da lui nella stagione? Ci sarà un corso a lungo termine alla Ferguson? “La Prima squadra è molto giovane ed è stata arricchita da cinque innesti del 2003. In rosa contiamo poi tanti 2001 e 2002 e abbiamo confermato lo “zoccolo duro” di Carmagnola (con qualche “carmagnolese d’adozione”), a partire da Vailatti, Carluccio, Osella, Citeroni, Lentini, Cabiddu, Camisassa. Sei, sette elementi un po’ più navigati e di qualità. Vailatti e Citeroni sono i due “senatori”, dall’atteggiamento positivo e in grado di farsi rispettare dai compagni. Il nostro scopo societario è che ogni anno due-tre elementi validi approdino in Prima squadra, crescendoli in casa. Non tutti potranno arrivarci, ma potranno giocare in categorie inferiori, o essere disponibili in Prima squadra dopo un’esperienza in prestito, come nel caso di Luca Contieri, che è statp due anni in Promozione al Sommariva Perno e che ora sembra un altro giocatore maturato. Non c’è comunque motivo che giocatori, se ritenuti validi, che si divertono e crescono con i nostri bravi allenatori, debbano per forza andare via in squadre come Chisola o Bra. Personalmente Sandro Contieri può allenare in Prima squadra anche per 30 anni, non dipende unicamente da me, ma da lui. Poi nel calcio vi sono varie dinamiche. Sandro l’aveva scelto già io a dicembre, sapendo che sarebbe stato riconfermato a giugno. Devo inoltre riconoscere un cambiamento radicale fra il metodo Milani – l’allenatore precedente – e il metodo Contieri. Dopo le prime partite con Sandro, con solo mezza squadra a disposizione, fra infortuni e squalifiche, abbiamo ottenuto 7 punti con le corazzate Albese, Villafranca e Busca. Se non fosse stato per il lockdown, avremmo risalito secondo me la classifica sino ai playoff. L’augurio è di continuare su questa linea”.
Juniores, settore giovanile e scuola calcio (maschile e femminile). “La Juniores è la categoria dei 2003, molto forte. Quest’anno affronterà un campionato provinciale, pur giocando sotto leva,con praticamente tutti diciassettenni. È poi molto importante la collaborazione fra Prima squadra e Juniores, con già molti elementi di quest’ultima che si misurano con i più grandi, attraverso allenamenti di una certa intensità, sapendo che il “vero calcio” parte solo da quel momento. Con gli Allievi 2005, invece, grazie agli allenatori, dirigenti e Giulio Serratore siamo riusciti a costruire un’ottima squadra, così come per i 2006 e 2007. Scuola calcio? Siamo contenti anche del loro lavoro, non c’è stata alcuna “emorragia”, perché nessun bambino è voluto emigrare verso altri lidi, cosa che sistematicamente avveniva invece negli anni precedenti, anzi ne abbiamo acquisiti parecchi. Ciò dimostra che la gente, i genitori e i bambini stiano apprezzando gli sforzi societari investiti. Per la femminile stiamo infine ricercando bambine, oltre a quelle già presenti, è un nuovo mondo che sta crescendo”.
Più concretamente la Prima squadra quale obiettivo può raggiungere in
questa stagione? “Possiamo puntare ai playoff e se arriverà qualcosa di più, per scaramanzia, vedremo. Vogliamo riprendere sicuramente dall’entusiasmo e dalle vittorie ottenute prima del lockdown”.