POLONGHERA – Dal prossimo 1 agosto, dopo un notevole impegno profuso all’interno del Comune di Polonghera, la sessantenne Teresa Brusa potrà godersi la meritata pensione. Il traguardo giunge esattamente dopo ben 42 anni e 2 mesi, periodo in cui però si contano anche i primi iniziali 9 mesi come lavoro svolto presso una ditta di importazione del territorio.
Il momento importante è stato salutato con un mese di anticipo rispetto alla data ufficiale di fine incarico, dal sindaco e dell’intera amministrazione, in occasione del Consiglio Comunale dello scorso 28 giugno.
La stessa Brusa, ha avuto in dono un quadro celebrativo con dedica e un vaso di pregio realizzato da un artigiano locale da conservare come ricordo.
«Il 17 marzo 1980 fu il primo giorno in cui iniziai la mia professione in Comune, in qualità di istruttore contabile. – spiega la polongherese – Successivamente, nel ’98, fui nominata responsabile dell’Ufficio ragioneria e tributi e assunsi anche il ruolo di firmataria degli atti amministrativi comunali. Visto l’evolversi della pubblica amministrazione a livello di mezzi e tecnologie, ricordo ovviamente che le normali mansioni svolte un tempo utilizzando carta carbone o una macchina da scrivere, cambiarono con l’utilizzo dei primi computer. Le norme una volta erano più contenute e semplici, poi con l’avvento del pc è aumentata la mole di lavoro amministrativo».
Brusa sul ricordo migliore legato al suo lavoro amministrativo: «Ha avuto un peso principale il mio primo segretario Alfonso Pelosi, che mi ha ‘formata’ e ‘forgiata’. Durante il mio percorso ho poi incontrato diversi sindaci durante i loro rispettivi mandati, da Sobrero ad Audisio, da Cassio a Cordero all’ultimo, Gianmaria Bosco, coltivando con tutti rapporti positivi».
Una riflessione dal lato finanziario su Polonghera: «Sono contenta che Polonghera sia un Comune sano e abbia fatto sì che rimanesse tale. Nel corso degli anni ho poi affrontato leggi e regolamenti ferrei come il Patto di stabilità, che hanno non poco fermato l’attività amministrativa, ma ne siamo venuti fuori bene. L’ultimo anno in smartworking causa Covid è stato anche duro, in quanto noi impiegati non eravamo per nulla preparati ad operare da casa, senza rapporti interpersonali diretti e siamo stati sottoposti a un susseguirsi di norme e decreti nuovi».
Sul futuro legato alla pensione:« Innanzitutto sottolineo che sono stata fiera di aver lavorato nel Comune dove vivo da sempre e aver condiviso momenti con tanti colleghi preparati, crescendo umanamente e professionalmente. Consiglio questo impiego anche ai più giovani, augurandomi però che in futuro si rivolga un ramo di studi appositi su questo settore specifico della Pubblica amministrazione. Ora mi dedicherò ad hobby come la fotografia e il volontariato sociale».