È scomparsa a fine agosto del 2020 la professoressa Giovanna Ardita in Spina. Alla sua figura è stata recentemente intitolata la nuova aula magna della scuola media di Carmagnola. Uno spazio reso multimediale grazie a una donazione in denaro della stessa famiglia Spina, con cui è stato possibile acquistare strumentazione tecnologica all’avanguardia. La cerimonia di inaugurazione dello scorso maggio ha rappresentato l’occasione per ricordare la compianta professoressa, da molti definita come una donna buona e appassionata del suo lavoro.
«Giovanna è stata una donna in carriera – ci dice il marito Giovanni Spina, ex medico, ora in pensione – Si è laureata a Catania con il massimo dei voti; è stata quindi per circa un anno e mezzo assistente universitaria e poi, una volta che ci siamo sposati, ha deciso di trasferirsi al Nord. A Carmagnola ha insegnato dal 1966 all’83-84 circa, restando nel cuore di molti».
Il dolore per la perdita di Giovanna è quindi ancora molto forte, nonostante da quel terribile giorno sia già passato quasi un anno. Ma nessuno ha intenzione di dimenticare le sue innumerevoli buone azioni. Nemmeno i suoi ex alunni, che, attraverso i suoi insegnamenti, hanno raggiunto risultati sorprendenti. Come il carmagnolese Gianfranco Chicco, professore al Politecnico di Torino, detentore di due lauree honoris causa.
«La professoressa Spina è stata un riferimento fondamentale per la mia formazione, certamente a livello professionale, ma soprattutto dal punto di vista umano. La ricordo con particolare affetto», scrive Chicco in uno scambio di mail. «Mi fa veramente piacere che l’aula magna della scuola media sia stata dedicata a lei. È un eccellente riconoscimento alle sue grandi doti, con cui ha formato centinaia di allievi, nel corso degli anni», conclude Chicco.
Altrettanto toccante è la riflessione che l’ex preside Lino Bressan ha letto ai presenti durante la cerimonia di inaugurazione. «Ho conosciuto Giovanna più di cinquant’anni fa, quando insieme insegnavamo lettere nel vecchio edificio della scuola media di piazza Sant’Agostino – racconta Bressan -. Al contrario di quanto si diceva, non era severa come docente, ma ha sempre cercato di insegnare ai suoi alunni il rispetto reciproco e la fatica dell’impegno. Insegnare non era solo la sua professione: era diventata la sua passione. Non l’ho mai sentita lamentarsi, rimproverare con parole e atteggiamenti sopra le righe. Era una donna signorile anche nelle difficoltà».
Accanto al lavoro, la famiglia, l’amore per i suoi tre figli (Anna Maria, Antonio e Michele), che veniva prima di tutto. Era persino andata in pensione per goderseli a pieno. Fino a quando un evento terribile ha scosso la sua vita, portandole via il sorriso: la morte di Michele (Micky), a causa di un brutto male. Tuttavia, come ricorda Bressan, l’immagine di Michele ha continuato a vivere, attraverso atti concreti solidarietà (Centro oncologico di Candiolo, Ospedale di Carmagnola…).
Oggi, a distanza di anni, quella solidarietà si rinnova, con l’intitolazione dell’aula magna proprio a Giovanna, che, dice Bressan, «ci ha lasciati orfani del suo amore e della sua signorilità in un periodo “maledetto” nel quale non è stato possibile neppure esercitare la nostra pietà».
Un’aula che sarà utilizzata dalle generazioni a venire e che parlerà sempre un po’ di lei e di ciò che per tutti è stata: un’insegnante, un’amica, una mamma.