Ad inizio dicembre, mi trilla il telefonino e vado a vedere l’SMS che mi arriva dalla Regione: prenotato per la terza dose. E come me moltissimi piemontesi e italiani stanno facendo in queste settimane la dose “booster” che in termini medici vuol dire: “Una dose di vaccino che accresce e rinnova gli effetti di un’inoculazione precedente. In italiano, in questi casi, la letteratura medica usa fin dalla prima metà dello scorso secolo la parola “richiamo”.
Fatto sta che mi reco, come da messaggio, al centro vaccinale di Carmagnola in un sabato pomeriggio freddo, ma soleggiato e qui scopro una triste realtà: poche persone, nessuna coda, tutto tranquillo. Mi ero preparato ad aspettare in coda almeno una mezz’oretta (come successo nelle prime dosi) ed invece in 20 minuti entro ed esco con una punturina fatta. Se per il tempo è stato positivo, dall’altro lato mi è sorta la domanda: come mai è così tranquillo visto il crescere progressivo dei contagiati e il peggioramento della situazione?
Perché sono ancora tanti quelli che non hanno fatto neanche la prima dose mentre la realtà parla di un reparto riaperto al San Lorenzo pieno zeppo di nuovi malati? Domande a cui non so dare una risposta, ma tornando a girare in città domenica 12 dicembre, durante una pausa dall’impaginazione del giornale, ho visto di persona che anche le autorità comunali preposte non è che si dannino l’anima nel garantire al centro vaccinale di piazza Antichi Bastioni spazio d’affluenza e zona di confort esterna, compresi i parcheggi per chi deve andare a vaccinarsi.
Infatti, le bancarelle del Mercantico erano praticamente a pochi centimetri dall’ingresso del centro e, per chi da fuori fosse dovuto venire a cercarlo a Carmagnola, non lo avrebbe di certo trovato. Una segnalazione che ho trovato anche in alcuni post su Facebook. Comunque dal Comune poco o nulla si sa della condizione in cui versa la salute dei Carmagnolesi, infatti le notizie giungono direttamente da chi ogni giorno presta servizio, anche gratuitamente (come nel caso dei volontari della CRI di Carmagnola), per aiutare coloro che sono colpiti da questo virus e che negli ultimi giorni continuano ad aumentare. Certo, ci sono i canali di informazione della Regione Piemonte, ma non tutti possono andare su un PC per sapere com’è la situazione in città.
Ci pensiamo noi giornalisti, ma ritengo che comunque alcuni dati ufficiali almeno una volta ogni tanto (magari ogni 15 giorni) sarebbe bello poterli ricevere dall’Ufficio Stampa del Comune. Ma certamente in questo ultimo periodo tra le tante delibere, le lettere anonime e gli avvisi di garanzia nelle stanze del castello comunale hanno altro a cui pensare. Abbiamo raccontato nelle pagine di questo numero cosa succede perché è giusto che i cittadini vengano informati.
Ma quello che mi ha molto colpito, sia nel leggere la lettera anonima arrivata in Comune e sia nel sentire le parole di insegnanti che erano a conoscenza delle “pensioni facili” è stata la paura. Già, la paura di dire chiaramente, mettendoci la faccia, di come sono successe le cose. Il “corvo” carmagnolese dice chiaramente: “So che mandare una segnalazione anonima può rischia[1]re che questa non sia presa in considerazione, ma sinceramente, sapendo che diversamente questo potrebbe costarmi caro io non sono così coraggioso, né voglio essere implicato in processi che tanto vanno sempre a favore dei più scaltri”.
Un sentimento che non appartiene, o almeno non apparteneva alla nostra realtà ma che possiamo trovare in alcuni romanzi di Sciascia o di Tomasi Di Lampedusa. E sembra proprio che le parole dell’autore del Gattopardo calzino a pennello con questa situazione: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Comunque sia Buon Natale a tutti voi, lettori del Corriere di Carmagnola e l’augurio che nelle vostre famiglie si possa trascorrere un sereno periodo natalizio, nella speranza che questo possa portare un po’ di serenità nei cuori di tutti.