A 15mila chilometri di distanza, il 75enne giornalista e radioamatore spera nella concretizzazione di un luogo di fede dove opera la base scientifica dei ricercatori di Baia Terranova
CASALGRASSO – Malgrado la lunga e massiccia campagna di appelli lanciata negli anni alle alte cariche istituzionali, ad alcuni programmi delle principali emittenti televisive nazionali e internazionali, all’Arcivescovado e anche a sua eminenza Papa Francesco, il sogno “oltre confine” del 75enne casalgrassese Giovanni Varetto è rimasto purtroppo ancora vano.
Dati alla mano sono passati ormai vent’anni, ma nulla è ancora perduto. Colpa di questi ripetuti “no” sarebbero in larga parte da attribuire agli ultimi eventi pandemici e alle nostre burocrazie.
Varetto, giornalista pubblicista, radioamatore per eccellenza dal lontano 1979 vorrebbe quindi veder realizzata una piccola chiesa in Antartide, al Polo Sud e più precisamente nella località di Baia Terranova. Zona dove opera un gruppo di ricercatori presso la base scientifica italiana “Mario Zucchelli Station”.

Pensionato dal 2002 (dopo 39 anni di lavoro presso un’azienda di motori aeronautici), Varetto possiede nella propria abitazione, strettamente confinante con Pancalieri, una vera e propria (nonché super attrezzata) stazione radio ed è creatore inoltre del Wap (Worldwide Antartic Program).
Si tratta del programma divulgativo sulle curiosità sull’Antartide, da cui nasce l’omonimo sito Internet (www.waponline.com) a visitazione internazionale (creato insieme agli amici radioamatori) con circa 600 visite giornaliere.
Da casa Varetto può collegarsi con le basi radio di mezzo mondo come Argentina, Australia, Belgio, Cile, Francia , Giappone, Italia, Nuova Zelanda, Norvegia, Sud Africa, Inghilterra e Russia.
« L’idea del progetto di quella che sarebbe la prima chiesetta cattolica in una base di ricerca italiana in Antartide nasceva nel 2003 – spiega il radioamatore Varetto– Mi venne in mente dopo un delicato, ma riuscito intervento al cuore e volevo compiere un qualcosa che potesse dare un segno di speranza e di fede anche a chi è distante 15mila chilometri da qui. In diverse località della zona, ad esempio nella base russa di Bellinghausen presso le isole Shetland, era presente una chiesa di pochi metri quadri realizzata con materiale semplice come il legno o nella base americana di McMurdo la Cappella delle Nevi, perché allora non realizzare anche noi italiani a quelle latitudini una semplice cappella in legno o un fabbricato “igloo” a Baia Terranova?». Il progetto della cappelletta è stato realizzato dal figlio architetto Massimiliano, presso lo studio tecnico di Pinerolo.
Se partisse la realizzazione della chiesa, una spedizione dell’Esercito Italiano condurrebbe a bordo della nave “Italica”, un viaggio sino al Polo Sud con il materiale non assemblato della chiesa, pronta poi per essere costruita sul territorio da un addetto responsabile PNRA. Anche l’Aeronautica Militare di Gallarate è recentemente a sostegno del progetto, qualora si dovesse concretizzare.