Era la mattina del 18 marzo 2019 quando a molti Carmagnolesi è sembrato di essere su una scena di un film: 400 agenti di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, insieme ad un elicottero e a unità cinofile, hanno “rivoltato la città” e arrestato decine di carmagnolesi. Per la prima volta nella sua storia Carmagnola è entrata a far parte delle città in cui emerge la forte presenza mafiosa.
Era la mattina del 9 luglio 2020, quando il giudice Giannone apriva nell’aula bunker delle Vallette la prima udienza del processo Carminius (secondo alcuni studiosi il nome Carmagnola deriva dal gentilizio romano “Carminius”) che ha visto alla sbarra 39 imputati e per oltre 80 sedute ha visto i pubblici ministeri Paolo Toso e Monica Abbatecola affrontare i numerosi avvocati che difendeva[1]no gli imputati. Decine i testimoni, migliaia le carte del procedimento. Insomma un “maxi processo” che si è concluso a mezzogiorno di venerdì 10 giugno 2022 con la condanna di molti imputati e l’assoluzione di alcuni. Risarcimenti pecuniari a chi si è costi[1]tuito parte civile, avendo la vicenda giudiziaria leso le proprie immagini.
Al Comune di Carmagnola, difeso dall’avvocato Ramondini, sono stati riconosciuti 250.000 euro. Mentre all’associazione di Don Luigi Ciotti che da sempre si batte contro le mafie, 100.000 euro. A Fratelli d’Italia per la vicenda dell’assessore regionale Roberto Rosso, 75.000 euro. Molto soddisfatta il Sindaco Ivana Gaveglio per la sentenza emessa in quanto ha fatto luce sulla malavita organizzata della città.
Il processo ha analizzato le indagini nel 2012, dopo gli attentati subiti da due concessionarie d’auto e da alcuni esercizi commerciali della città e ci sono anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Andrea Mantella, che sentito dagli inquirenti nel novembre del 2016 ha aperto il “sacco” contro il clan Bonavota di Sant’Onofrio e le diramazioni in Piemonte attraverso le famiglie Arone, De Fina e Serratore, molto presenti nella zona. Le indagini avevano avuto una svolta importante con gli attentati incendiari alle macchine del vicesindaco Vincenzo Inglese e dell’assessore Alessandro Cammarata che sono avvenuti tra il 2016 e il 2018, attentati a cui il Corriere di Carmagnola ha dato grande risalto.
Un gesto intimidatorio che sembrava essere stato messo in atto a seguito della decisione del Consiglio Comunale di autorizzare la Giunta del Sindaco Ivana Gaveglio (di cui Cammarata e Inglese facevano parte al momento del[1]le decisioni) di limitare l’utilizzo delle slot machine, in larga parte gestite dal[1]l’organizzazione criminale. Una situazione che ha portato l’allora Ministro degli Interni Matteo Salvini a concedere la scorta 24 ore su 24 ad Alessandro Cammarata, scorta tutt’ora in essere. Ma i giudici non hanno accolto queste tesi dei PM che, nella requisitoria, han[1]no dichiarato come “I formali proprietari delle attività (del gioco d’azzardo di Carmagnola ndr) si relazionano con Tonino Buono non per guasti, non per problemi manutentivi ma per problemi gestionali derivanti dalle verifiche, quindi considerato partner effettivo delle attività. Ma il tema.
Oggetto delle riunioni del sindaco, oggetto delle polemiche, oggetto delle auto bruciate al vicesindaco e all’assessore, era l’applicazione della legge regionale con le restrizioni comunali che ne derivavano”. Nella sentenza proprio Antonino Buono è stato prosciolto perché non ha commesso il fatto e subito scarcerato dopo oltre tre anni di carcere ad Ancona. Quindi dopo tutti questi anni, non si è ancora chiarito perché sono bruciate l’auto dell’allora vicesindaco Inglese e delle due auto dell’assessore Cammarata. E’ poi stato condannato a 5 anni (i PM avevano chiesto 11 anni) l’ex assessore regionale Roberto Rosso, accusato di avere chiesto appoggio elettorale, pagando 7.800 euro a due presunti boss, Onofrio Garcea e Francesco Viterbo, già condannati in primo grado. L’accusa è quella di voto di scambio politico mafioso. Un processo che, seppur al momento chiuso, non finirà qui e che vedrà nuove ripercussioni anche per i diversi testimoni chiamati in causa in questo processo senza un perchè. La pubblicazione delle motivazioni della sentenza avverrà nelle prossime settimane e il processo Carminius rischia ancora di trascinarsi a lungo. Noi del Corriere di Carmagnola abbiamo chiesto tutte le carte del processo perché vogliamo analizzarle e vederci chiaro nelle vicende che hanno coinvolto molti cittadini carmagnolesi.